I documenti d’identità in albergo e la ‘bufala’ spionistica
Alla richiesta dei documenti di identità in albergo, la risposta di solito è: “ma davvero vuole i documenti d’identità…?”
Certo! E capirete che dare i documenti di identità in albergo, non si tratta solamente di un obbligo di legge ma anche di un vantaggio in termini di sicurezza.
Le Forze dell’Ordine che andrebbero a curiosare tra gli archivi con sadica e morbosa curiosità, magari poi (sic!) per ricattare i malcapitati, ovviamente clandestini, in Dayuse, è solo una leggenda urbana.
Cominciamo da principio.
Le normative di legge
Anzitutto è una normativa legata al Decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Regio Decreto) e successive modificazioni, il tutto riportato nella GU (Gazzetta Ufficiale) n.14 del 17 gennaio 2013 ed è contemplato nel codice di procedura penale.
Possono accedere ai dati solamente gli Ufficiali di Polizia Giudiziaria per reprimere eventuali reati ma esclusivamente attraverso autorizzazione di un Giudice o di un Prefetto.
Nessuno può accedere
Pertanto, ogni categoria estranea alle FF.OO., vedi avvocati, investigatori privati, curiosi o coniugi incazzati, non hanno la minima possibilità di perlustrare i database del Ministero dell’Interno.
Anche noi non possiamo conservare copia dei documenti, ma solo la ricevuta che il sistema di registrazione presenze ci mette a disposizione dopo l’inserimento dei dati.
La ricevuta di avvenuta registrazione
E allora diamo un’occhiata alla ricevuta che la Polizia di Stato ci chiede di scaricare e conservare. Ho omesso l’anno di registrazione e il codice meccanografico di una mia ex Struttura per ragioni di privacy e sicurezza:
Come potete ben vedere, non vi è riferimento personale o documentale alcuno.
Anche ammesso e non concesso che qualcuno riuscisse a penetrare nel mio PC (l’unico hacker in cerca di debiti… :D), verrebbe in possesso di dati talmente spuri da considerarsi carta straccia.
I documenti d’identità registrati sono un vantaggio
Questo esempio serve, soprattutto, per scongiurare la paura dell’osservazione discrezionale o eventuale spionaggio ai danni degli Avventori o delle Avventrici.
In merito alla gestione de Il Nido Suite, è molto più importante, al paradosso, la deontologia e la professionalità della legge in questione perché non investe solo la qualità offerta ma anche la difesa della Privacy, legata al ‘segreto professionale’ inviolabile se non superato da eventuali reati commessi dagli Ospiti, sia in Sede che esternamente e quindi posti sotto indagine ma, al solito, attraverso richieste ufficiali da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Ci tengo moltissimo a raccontare alla mia Clientela come stanno realmente le cose, perché è necessario che la serenità, al Nido Suite, abbracci ogni aspetto e non solo quello di una splendida e accogliente location.
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